A causa del difficile contesto economico in cui le aziende piccole e grandi sono costrette ad operare in questo periodo di crisi, alcuni strumenti di pianificazione e controllo (tra cui il business plan) stanno diventando importanti come forse non è mai successo in passato.
Quando si sente parlare di business plan, si tende a pensare che sia uno strumento da utilizzare esclusivamente nel caso in cui si voglia avviare un nuovo progetto imprenditoriale o che sia uno strumento idoneo solo per grandi realtà imprenditoriali.
In realtà il piano di fattibilità è molto utile anche per le piccole aziende e può essere utilizzato in diversi casi, tra cui:
Il business plan non è rivolto solo agli interlocutori esterni all’azienda, ma serve anche all’imprenditore per monitorare l’andamento dell’azienda, per cogliere eventuali possibilità di sviluppo e per definire periodicamente le strategie d’impresa.
A prescindere dal suo utilizzo, il business plan dovrebbe sempre essere composto da una parte qualitativa (descrittiva), dove vengono illustrati tutti gli aspetti fondamentali legati al progetto imprenditoriale, ed una parte quantitativa (numerica) dove viene analizzata la sostenibilità economico–finanziaria dell’iniziativa.
Non esiste un modello standard di business plan, ma la sua forma e la sua struttura variano a seconda del motivo per cui lo si redige e a seconda degli stakeholders di riferimento. Tendenzialmente, il piano di fattibilità deve almeno contenere informazioni in merito a:
Il piano di fattibilità non è solo uno strumento di pianificazione, ma anche di comunicazione e controllo. La sua redazione richiede, infatti, all’imprenditore di prevedere un percorso per il conseguimento dei risultati e di effettuare un controllo periodico sull’andamento della gestione aziendale. Inoltre, lo stesso può essere utilizzato per illustrare efficacemente il progetto imprenditoriale.