L’evoluzione tecnologica ha ormai completamente cambiato (in meglio o in peggio starà ai posteri dirlo) il nostro stile di vita. La sempre maggiore telematizzazione dei processi, grazie allo sviluppo massiccio di internet, ha ormai investito tutti i settori (pubblici e privati), e gli stati stessi stanno ormai modificando le proprie leggi in modo da adattarle a questa nuovi (ma non troppo) sistemi di telecomunicazione.
La posta elettronica è ormai divenuta un mezzo di comunicazione ordinario e sta, pian piano, sostituendosi alla posta “ordinaria”. Sull’onda di questo cambiamento la posta elettronica certificata (o PEC), vuole essere appunto un mezzo per sostituire o comunque velocizzare l’ormai “obsoleto” sistema postale: come i più sapranno la PEC è una casella di posta elettronica che garantisce l’identità del soggetto che la possiede, ed ha quindi a tutti gli effetti di legge la stessa valenza di un indirizzo di posta “fisico” (anzi probabilmente da ancora più certezze).
La legge di stabilità introdotta dal governo Monti ha voluto dare un’impronta sempre maggiormente tecnologica e telematica anche alle amministrazioni pubbliche ed ai rapporti del cittadino (privato e impresa) con essa: in quest’ottica è stata introdotta una norma che prevede l’indicazione obbligatoria dell’indirizzo PEC per tutte le ditte individuali.
Già a fine 2011, in realtà, era stato previsto l’obbligo di comunicare a fini pubblicitari al Registro Imprese l’indirizzo PEC per tutte le imprese in forma societaria (sia di persone che di capitali).
In particolare è stato reso un obbligo per le imprese che vengono costituite a partire dal 24 ottobre 2012: come la denominazione, la data di costituzione o la sede legale una caratteristica imprescindibile diventa quindi l’indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata, che sarà quindi reso pubblico presso il Registro delle Imprese.
Allo stesso modo per le migliaia di imprese già costituite è necessario adeguarsi entro il 31 dicembre 2013, comunicando l’indirizzo con la Comunicazione Unica, il tutto senza costi per diritti e/o bolli (anche se sarà comunque necessario, di solito, pagare le competenze per chi effettua tale comunicazione).