Pensione anticipata fa rima con lavoratori precoci: parliamo di quest’ultimi quando un cittadino, che magari abbia iniziato a lavorare in giovane età, non può accedere al sistema pensionistico, seppur abbia raggiunto il requisito contributivo necessario, poiché non soddisfi il requisito anagrafico.
Abbiamo parlato anche in articoli precedenti di questa tematica, riportando alla luce questo importante aspetto che per troppo tempo è stato messo da parte. Cosi assieme alle file degli esodati (ad oggi oltre 50 mila), ma che probabilmente otterranno benefici dalla nuova riforma pensioni, si aggiungono quelle dei lavoratori precoci, i quali invece continuano a brancolare nel buio.
Si sono susseguite nel corso degli anni molte manifestazioni da parte dei lavoratori precoci, ma le ultime, tra le quali quella organizzata il 21 novembre da Fiom ed appoggiata da Landini, spingono affinché sia approvata la famosa Quota 41.
La Quota 41 è una ipotesi di flessibilità per la Pensione, proposta da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, e rappresenta una soluzione per la situazione impantanata sui lavoratori precoci. Tale strumento è previsto dal d.d.l. 857, che consentirebbe l’accesso alla pensione sommando l’età con i contributi versati. In questo modo potrebbero accedere al sistema pensionistico tutti i lavoratori che, sommando gli anni di età anagrafica e quella contributiva, raggiungano come valore 41 (da scindere tra appunto contributi/anni).
Lega Nord ha proposto invece la Quota 64, che fornirebbe la medesima funzionalità anche ai lavoratori statali oltre che a quella del settore privato.