Sin dall’inizio della crisi abbiamo intuito che il mercato stava cambiando e che la consulenza tradizionale era oramai al suo epilogo.
Il management oggi ci chiede, più che in passato, maggior supporto nelle analisi strategiche, nella fase di pianificazione finanziaria e fiscale, o nell’implementazione di un efficace sistema di controllo, pretendendo risposte precise e tempestive.
Lavoriamo dunque, a stretto contatto con i manager. Partecipare attivamente alla definizione delle strategie aziendali, contribuendo così a migliorare la redditività aziendale: questa la nostra mission.
Oggi occorre saper gestire in modo consapevole e responsabile la corsa all’innovazione tecnologica, focalizzarsi sulla riduzione del time-to-market e dei costi di gestione, dotarsi di un’organizzazione più flessibile ed efficiente, investire di più nella comunicazione aziendale. Altrettanto importante è che le imprese imparino a valorizzare il patrimonio di risorse intangibili. In un contesto ad alta intensità competitiva, vengono premiate quelle imprese che riescono meglio a valorizzare gli assets immateriali, quali: creatività, design, brand e know-how.
Fattori questi che andrebbero seriamente analizzati da ciascuna impresa, piccola o grande che sia. È una questione di sopravvivenza, anche perché è estremamente difficile ipotizzare un rapido ritorno ai livelli pre-crisi nelle economie occidentali in generale e in Italia in particolare.
Occorre adattarsi rapidamente ai repentini cambiamenti del mercato. La crisi impone scelte coraggiose, di dimostrare il proprio talento imprenditoriale mettendo in discussione le proprie strategie commerciali e comunicative, o l’organizzazione aziendale, ma soprattutto cercando di cogliere nuovi fabbisogni e nuovi mercati. In questo contesto, il web è il canale che, a mio avviso, offre le migliori opportunità di visibilità e di penetrazione. Le opportunità, dunque, ci sono. Pensiamo, ad esempio, ai ricchi mercati emergenti dove il prodotto italiano è ancora vincente.